Ciò che quest’oggi mi appresto a fare è riportare un altro pregevole stralcio ‘giornalistico’ risalente al lontano 1832 che riferisce uno degli incredibili casi dell’Ispettore Pym. Con esso vorrei porgervi i miei più sentiti e calorosi auguri per un bellissimo Natale e uno splendido 2012, anche perché, per l’appunto, il caso riguarda dei ‘biglietti’ in qualche modo ‘augurali’… ma non vorrei dirvi troppo. A presto!
Titolo: Il Caso dei Misteriosi Messaggi d’Auguri
“Ancora nessuna notizia filtra a proposito delle indagini in corso sui surreali biglietti ricevuti in numero sempre maggiore in questi giorni dalla nostra cittadinanza. Con l’approssimarsi delle Feste Natalizie, infatti, molti cittadini hanno iniziato a ricevere cartoncini recanti allegri disegni di tema festivo e contenenti tuttavia messaggi di pessimo gusto quali ‘Vi possano rimanere le dita nello schiaccianoci’, ‘Possiate rompervi un dente mangiando il torrone’, ‘Che la vostra illustre sposa finisca i vostri amati denari spendendo ogni singolo centesimo in pellicce e brioches farcite’, ‘Che vi possano cedere le bretelle mentre camminate lungo il corso principale nell’ora di punta’ e così via. Pensando ad uno scherzo di cattivo gusto inizialmente nessuno aveva sporto denuncia, finché il direttore del Museo di Storia Antica, illustrissimo professor W, non ha ricevuto un biglietto di cui ci è tuttora sconosciuto il contenuto ma che lo ha indotto a rivolgersi subito all’Ispettore Pym.
A seguito della notizia dell’apertura delle indagini, frotte di cittadini indignati hanno preso d’assalto il commissariato, lasciando quali indizi i biglietti ricevuti e le buste nei quali erano giunti a destinazione.
Fonti attendibili ci informano che né sulle buste né sui biglietti così maneggiati, è stato possibile reperire impronte digitali né indizi particolari, malgrado alcuni recassero macchie di marmellata di lamponi. Tuttavia l’ispettore sembra seguire una interessante pista a proposito dei francobolli usati per la spedizione. Sebbene i timbri postali sulle buste indichino che sono stati spediti dalle più varie zone della periferia, i francobolli farebbero tutti parte degli stessi fogli, acquistati in blocco circa sei settimane fa alle Poste Generali.
Nessuno degli impiegati da noi intervistati in loco ha saputo però ricordare un particolare cliente che avesse acquistato fogli interi di francobolli sei settimane fa; purtuttavia l’Ispettore Pym, da noi seguito questa mattina, si è recato alle Poste Generali e vi è a lungo rimasto, interrogando tutti i dipendenti. A quanto abbiamo saputo in seguito sembrerebbe che egli sospetti di qualcuno di loro. In effetti avrebbero avuto opportunità e mezzi per diffondere posta impropria, tuttavia sfugge la ragione per cui i dipendenti delle poste avrebbero dovuto prendersi gioco dei cittadini più in vista in questo modo.
[…dal giornale di due giorni dopo…]
Trova finalmente conferma la supposizione di ieri che il caso dei misteriosi biglietti d’auguri sia stato risolto. Secondo la ricostruzione degli eventi che l’Ispettore Pym, incaricato del caso, ha reso nota questa mattina i biglietti sarebbero stati una gigantesca operazione di diversione appositamente studiata per nascondere contenuto e reale mittente di uno dei suddetti biglietti, quello inviato al direttore del Museo. E del cui contenuto nemmeno oggi l’Ispettore ha voluto renderci partecipi. A quanto ci è stato riferito l’intera faccenda avrebbe origini familiari non meglio specificate che il nostro giornale è stato tuttavia pregevolmente in grado di ricostruire.
Parrebbe che l’illustrissimo professor W, padre devoto di una giovane e radiosa quanto intraprendente fanciulla, si fosse rifiutato di concederne la mano a un giovane che non riteneva all’altezza. Per questa ragione, e dimostrando così giustificati i dubbi del padre, egli avrebbe inviato per vendetta un biglietto quanto mai oltraggioso al suo indirizzo presso il Museo. Aperto (con qualche giorno di ritardo) dalla anziana e contegnosa segretaria, che a quanto abbiamo saputo svenne dandogliene lettura, il Direttore si sentì costretto a sporgere denuncia per le minacce ricevute presso le autorità, nonostante gli altri biglietti che pervenivano in quegli stessi giorni alla cittadinanza tutta, poiché il suo appariva particolarmente sgradevole.
A quanto siamo riusciti a ricostruire, appena saputo dello sconsiderato atto compiuto dal giovane spasimante per vendetta, allo scopo di evitargli un danno ancora peggiore o forse pensando di poter ancora convincere il padre ad accettarlo, la figlia del Direttore aveva infatti pensato di rendere indistinguibile dagli altri il biglietto minatorio rivolto al proprio padre mescolandolo a centinaia di altri simili. Per tale scopo si era dunque impegnata a sommergere la cittadinanza di biglietti male-auguranti, usando per spedirli la propria cameriera personale e i francobolli acquistati dal Museo in numerosi fogli (e che avrebbero dovuto essere utilizzati per spedire gli inviti alla Festa Natalizia organizzata nelle sale egizie, una delle tracce, questa, che ha reso possibile la risoluzione del caso).
Interrogato su come avesse risolto il busillis, l’Ispettore Pym ha rivelato che, notato il particolare dei francobolli è stato semplice rendersi conto che quello sul biglietto per il direttore proveniva da un foglio diverso dagli altri. Inoltre, a un’analisi attenta, la scrittura del biglietto inviato al Direttore e di quelli inviati agli altri risultava avere alcune indicative differenze. Infine il testo appariva vieppiù disuguale e minaccioso di quelli scritti a bella posta dalla fanciulla innamorata.
Risolto il caso restano alcuni interrogativi di ordine romantico. In seguito alle sconcertanti scoperte, pare che il Direttore del Museo abbia ritenuto di ritirare la denuncia e rimborsare il costo dei francobolli rubati dalla figlia, tuttavia l’ha inviata presso una lontana parente, per tenerla al sicuro dal pericoloso individuo che così cattiva influenza aveva su di lei. Possiamo quindi concludere questo resoconto osservando come nascondersi dietro ‘falsi’ messaggi e ‘falsi’ mittenti’ abbia portato scarso giovamento ai due giovani innamorati.
Confidando di aver tranquillizzato i lettori circa i misteriosi biglietti, li assicuriamo che li terremo informati delle ulteriori insolite indagini dell’ispettore Pym”.
😀
PS: Non credo che nel 1832 l’indagine dattiloscopica fosse in uso, tuttavia era un riferimento troppo ghiotto da fare per il lettore moderno…
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