Se la notizia riuscirà a superare l’ostracismo a cui certo andrà soggetta, farà gran polemica e per questo forse non l’avete ancora sentita. Perché probabilmente qualcuno vuol renderla simile ad una sorta di X-file. Degna di altrettanto discutibile credito. Ma, se non l’avete già sentita, ve la rivelerò io…
…e mi perdonino gli alti ‘ambienti scrittori’, in cui tutti, probabilmente, grideranno alla falsità della fonte, all’inattendibilità dei risultati e alla follia della sottoscritta.
Alcuni scienziati avrebbero infatti isolato in laboratorio prove dell’esistenza del Tarlo dello Scrittore. Lo avrebbero chiamato Tinea Tacita, con omaggio forse voluto e forse no al famoso Publio Cornelio Tacito che tanto ci dava da pensare quando tentavamo di tradurre i suoi scritti. A quanto si legge nel giornale scientifico – che riporta la notizia in un minuscolo trafiletto – si tratterebbe di una sorta di parassita che s’insedia in una parte del cervello umano, modificando in alcune aree la modalità di trasmissione dei segnali elettrici. Come il parassita raggiunga il cervello resta al momento cosa da studiare e definire ma l’analisi dei segnali elettrici alterati sarebbe stata rilevata durante alcuni esperimenti e gran parte dei dati sarebbero tuttora allo studio.
A quanto i ricercatori sostengono, si ravviserebbero al momento tre tipologie di alterazione dell’attività ‘naturale’ tipica, le quali sono ipotizzate dipendere dalle condizioni fisiche del soggetto in cui si insedia il tarlo nonché dal tarlo stesso. Esse sarebbero:
- Neuro-tonica
- Neuro-sedativa
- Neuro-distruttiva
E sarebbe altresì possibile riconoscerle in laboratorio in base agli effetti sull’area del cervello interessata dal tarlo.
In chi pare svolga azione neuro-tonica, i neuroni parzialmente necrotizzati dall’insediamento del Tinea Tacita sfruttano i legami di nuovo genere originati dal tarlo per reagire e ‘sostituire’ i vecchi canali di trasmissione dei segnali elettrici, provocando in questo modo la ‘nascita’ delle idee ritenute più originali: i cosiddetti colpi di genio. L’aumento stabile di suddetti legami neurali faciliterebbe altresì l’ampliamento delle capacità di espressione.
Nei soggetti in cui il tarlo si limita ad un’azione neuro-sedativa il cervello reagirebbe inibendo la crescita del parassita, senza sfruttare le sue possibilità di diramazione; a scopo difensivo impedirebbe la crescita e la proliferazione di nuovi legami neurali estranei, ma questo provocherebbe allo stesso tempo rallentamento dei processi creativi e idee annebbiate.
Nell’ultimo caso infine, per l’azione neuro-distruttiva, i soggetti mostrerebbero di avere brevi lampi di creatività che però subito scompaiono. Il fenomeno sembrerebbe dovuto alla parziale distruzione dei neuroni circostanti l’insediamento del tarlo, senza tuttavia che si generino nuovi collegamenti stabili, né da parte del cervello né del tarlo. Provocando quindi un graduale auto-spegnimento dell’attività neurale. Non si sa ancora se questa reazione sia indotta da una tipologia particolare di parassita particolarmente aggressivo o dalla modalità di difesa scelta dal cervello del soggetto. Ciò che i ricercatori osservano è che la trasmissione delle informazioni ne sarebbe comprensibilmente alterata e che a ciò sarebbero imputabili vuoti di memoria, scarsità di vocabolario e mancanza di creatività quasi totale.
Riuscendo ad evidenziare i relativi modelli di comportamento del Tinea Tacita nei cervelli dei creativi e principalmente degli scrittori – poiché il parassita sembrerebbe preferire un insediamento nelle aree del cervello preposte al linguaggio – i ricercatori suppongono che sarebbe quindi possibile distinguere in modo scientifico il bravo scrittore dallo scrittore medio nonché da quello scarsamente dotato. Il tarlo infatti sembrerebbe un fattore comune tra tutte queste tipologie di mente creativa.
Capite quindi per quale ragione nessuno scrittore (conclamato, supposto o aspirante tale) voglia riconoscere di aver letto l’articolo, di averne valutato l’impatto sulla propria azione scrittoria media e perché non intenda accettare di partecipare volontariamente allo studio come cavia, nel timore di venire etichettato in base alla tipologia del suo tarlo. Sono quindi ancora ignote le eventuali possibilità di approfondire la interessante ricerca… un vero peccato. Anche se, in fondo, la valutazione delle capacità relative è sempre stata pubblica e aperta a tutti i lettori, seppure con risultati privi dei riconoscimenti della scienza e, in conseguenza di ciò, decisamente soggettivi e opportunamente contestabili da chiunque sia di opinione diversa.
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