Rieccoci qui! Dov’eravamo rimasti? Ah, sì, in giardino.
Avevate piantato il vostro amato bulbo di tulipano (l’idea), gli avevate dato dato un po’ d’acqua (vi eravate fatti le vostre domande) e vi eravate messi ad aspettare (cercare le risposte)… Già. Come dite?
c) Ma insomma… tutto questo lavoro e non ho ancora iniziato nemmeno a scrivere il libro!!!!
Davvero? Bè, ci vuole pazienza! In effetti a questo punto del lavoro avrete iniziato magari a vedere un germoglio sbucare da terra… o, se siete in cucina, avrete deciso quali ingredienti aggiungere al vostro impasto ma siete ancora ben lontani dal vedere il fiore o mangiare una fetta di torta! C’è ancora molto da fare.
Tra le cose da fare appunto c’è ‘controllare gli ingredienti’. Il famoso controllo di qualità comincia presto, altrimenti è inutile! Se mettete latte scaduto nell’impasto rovinerete anche il resto, per buono che sia. Idem se tessete o cucite con un filo debole, perché il vostro tessuto verrà bucato. E lo stesso accadrà se annaffierete il vostro bulbo con la risciacquatura dei piatti… per evitare questo è opportuno fare piccole ricerche. Nessuno vi obbliga, certo, ma se trascuriamo i dettagli, molto del fascino della storia alla fine svanirà. Quindi al lavoro!
d) A proposito della bestia nera: i misteri della documentazione
Non fate quella faccia. E non ditemi che siccome scrivete fantasy potete mandare le cose a piacimento perché tanto c’è la magia o qualche divinità che sistema tutto. Per favore non fatelo, vi prego! Un deus ex machina ben messo può funzionare ed essere tollerato una volta in una storia, e a volte nemmeno troppo… almeno se volete evitare l’effetto: ‘e arrivò la fata madrina, agitò la bacchetta a mezz’aria, il cattivo fu trasformato in ranocchio, la zucca si ritrasformò in principe e tutti vissero felici e contenti’.
Ora, ‘documentazione’ è un parolone, ne convengo, ma tranquilli! Per lo più non significa che si debba diventare un geologo per parlare della terra o un astronomo per riferirsi al cielo. Fate le cose con misura. La misura prevede che siate consci che anche (e soprattutto) le piccole cose dovranno andare a posto e che sappiate che più insignificante vi apparirà il dettaglio da controllare (Ah, che perdita di tempo!), più è probabile che, se lo sbagliate, tutto stoni e il ‘lettore medio’ vi guardi storto. Risultato: leggete, guardate documentari… insomma, organizzatevi per cercare di approfondire, sempre. Tutto. E, se l’idea vi piace poco perché vi pare di dover studiare e non ne avete voglia, considerate che l’elemento risolutivo a volte viene dalle letture e dalle osservazioni più improbabili perché, proprio mentre vi documentate, il mondo che state creando subirà delle mutazioni rispetto all’idea originale. Nella vostra testa. Mettendo radici. Le mutazioni saranno migliorative, in genere… ma in ogni caso, se scrivete tutto e subito vi incancrenirete sulla vostra posizione iniziale, non riuscirete a fare una buona analisi di quello che ci vuole e quello che non ci vuole e, con molta probabilità, il risultato sarà quel fondale piatto di cui al post precedente…
Ma stavamo dicendo: ‘controllare gli ingredienti’. Bene, farlo significa anche definire la vostra storia per punti. Qui si entra però nel ‘molto soggettivo’. Nel mio caso ad esempio, fisso i punti focali e lascio estrema flessibilità al resto, anche perché se inizialmente avevo pensato di inserire uno scontro in un determinato punto non è detto che quando arrivo a lavorarci quello scontro stia più bene lì dove sta, quindi magari lo sposto, lo cambio o addirittura lo elimino. Anche per le singole scene, insomma, la fretta non aiuta. Certo, magari avete appuntato diligentemente ‘Tizio aggredisce Caio’ su uno dei vostri schemi e lì sembrava stare benissimo, ma questo non significa avere sempre in mente con esattezza quel che accade nel modo in cui è meglio che accada per il libro. Come pure, quando l’avete perfettamente in testa, scriverla di getto può rendere la scena poco incisiva o troppo incisiva rispetto al resto (il che è un male a seconda delle situazioni).
Insomma, per quel che mi riguarda il principio sarebbe: pianti il bulbo, lo innaffi, lo concimi, germoglia, cresce e poi, se sei stato bravo, fiorisce. In mezzo però accadono sempre un sacco di cose. Nello stesso modo in cui, se siete in cucina e impastate accuratamente, dovrete rispettare i tempi di lievitazione, o quelli di cottura in forno (altrimenti il soufflé si affloscia o il pane brucia). E se state tessendo dovrete curare ogni singolo dettaglio prima di essere riusciti a completare una tela (e il jeans sarà diverso abissalmente dalla seta già in partenza); quanto poi a cucirci un abito…
e) In soldoni…
Non partite considerando già l’abito che alla fine indosserete, la torta che mangerete o il tulipano che crescerà nel vostro giardino (il che mi ricorda la storia della ricottina, la conoscete?). Considerate invece che ogni parte del vostro lavoro ha la sua fascinazione e il suo perché. E che vale la pena spenderci il vostro tempo, anche se comunque commetterete degli errori (se ne commettono sempre, accidentaccio!). Considerate anche che, se avevate pensato di piantare un tulipano rosso magari quando sboccerà vi accorgerete che è giallo, ma è comunque bellissimo. O forse magari inizialmente il bulbo poteva sembrarvi di tulipano e invece avevate preso un abbaglio e avete piantato un narciso! Ma anche se ci aveste azzeccato su tutto, pianta e colore, considerate la differenza che passa tra il bulbo e il fiore, come tra un singolo filo e la stoffa, tra un granello di farina e un intero filone di pane, un uovo e la gallina.
La realizzazione di una cosa è sempre piuttosto distante da quello da cui siete partiti. Eppure vale eccome la pena di dedicarcisi! La vostra idea è preziosa, è il punto di partenza da cui si sviluppa il resto, ma non fatevene dominare. Rispettatela, prima di tutto. Seguitela e assecondatela se vi suggerisce qualcosa di diverso o di buono o lasciate che sia lei a seguirvi senza timore, quando vi porterebbe fuori strada.
E prendetevi il vostro tempo! Non è mai un errore!!!
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