Ok, e così dopo un po’ di tempo trascorso nel misterioso mondo dell’editoria alla fine mi sono decisa.
Vero. Un blog è un’impresa semplicissima ma anche una sorta di eroica fatica per una specie di “orso” come me. Questa però non era la sola ragione per cui ero restia a mettermi all’opera. Che cosa scriverci, mi chiedevo?
Mica un problema da nulla… fatemi scrivere un libro e procederò come un treno(comprese fermate, tratti ad alta velocità e… guasti da riparare), quanto a biglietti d’auguri, dediche simpatiche e… blog… è praticamente ugrofinnico, insomma, non proprio il mio pane quotidiano. A livello di progetto spicciolo mettere in piedi un blog somigliava a un problema di strategia, una cosa tipo disporre degli invitati ad un tavolo in modo che non si massacrino né si annoino. E poi, prima di qualsiasi altra cosa, c’erano da valutare gli scopi dell’Esperimento-Blog… Per farla breve potevo tentare:
a) il blog-diario
b) il blog-utile(al lettore)
c) il blog-inutile(a tutti).
Ora, era ovvio che non avrei scelto il primo perché non sono il tipo da diario. Non ne ho mai tenuto uno neppure da ragazzina(anzi, quel diarietto che mi fu regalato in tempi ormai remoti deve ancora essere da qualche parte, con lucchetto e tutto, perfettamente intonso e forse ammuffito) quindi questo non poteva essere un blog di rivelazioni su di me; e, se permettete, dubito fortemente che qualcuno che passa di qui sia interessato a sapere se oggi sono arrabbiata oppure se ho il raffreddore.
Quanto al fare un blog di utilità… sono abbastanza conscia dei miei limiti per capire che non sarei stata in grado di tenere una pagina con intenti didattico-suggeritori(!). Insomma, almeno non in questa vita… In effetti non ho mai avuto alcuna intenzione di dichiararmi al Vasto Mondo né Alto Poeta, né Artista, Letterato, Intellettuale o quant’altro di illuminato… non avevo mai contemplato seriamente nemmeno la possibilità di essere definita scrittore e non lo sognavo da piccola né ho cominciato prestissimo o ammirevoli cose simili, non ho letto guide né frequentato corsi in materia. Semplicemente leggo tanto ed immagino che scrivere sia stato il naturale sbocco della cosa. E visto che imbratto carte per puro divertimento e spirito empirico, ogni libro è una prova. Se il risultato piace a qualcun altro oltre a me… bè non posso che esserne felice, ma da lì a dar consigli (a parte le ovvietà) ce ne corre…
Non mi andava a genio neppure l’idea di fare un blog di recensioni e consigli di lettura e non certo perché non abbia opinioni. Ma in effetti spesso la recensione di uno che scrive libri su libri scritti da altri non viene interpretata come un semplice parere. Gli viene assegnato, come dire, un coefficiente di peso diverso. Una critica pubblica, per quanto innocente, costruttiva o motivata, viene spesso letta come un esempio di presunzione e un complimento finisce per suonare più falso di una moneta falsa. Inoltre, siccome non ho intenzione di fare il critico letterario, un blog di recensioni sarebbe stato un esercizio del tutto fine a se stesso. E poi diciamoci la verità, odiavo scrivere le relazioni sui libri che avevo letto a scuola e le cose non sono cambiate molto; ci sono libri che amo moltissimo e che rileggo spesso, altri che proprio non mi piacciono, per quanto considerati grandi capolavori. Ergo: niente blog-utile.
A questo punto restava una sola possibilità: il blog-inutile, il che si commenta da sé!!!
E però… negli ultimi tempi mi hanno fatto notare che tutti gli scrittori fantasy che si rispettino ce l’hanno un blog. E qui, a parte le ovvie battute sugli scrittori fantasy, siccome non era il primo bonario rimprovero in materia di mia presenza sul web, e siccome qualcuno mi aveva postato messaggi qui e là, rivolgendosi direttamente a me… o cercava miei indirizzi alla cieca, ci ho pensato un po’ su. Dopo tutto l’osservazione non era sbagliata.
Inoltre se un libro solo poteva essere una casualità, due una fortunata coincidenza con tre o quattro la cosa cominciava a essere sospetta e magari ero indiziata di voler fare seriamente lo scrittore! Uhm… A questo punto, incerta sul mio destino vero o presunto, giusto per ripassare ciò che significasse essere uno scrittore e aver chiaro in che situazione ero andata a ficcarmi, sono andata a rileggermi una gustosissima digressione di argomento scrittorio di Moers (*se volete dettagli andate alla nota in fondo al post*) e solo dopo essermi fatta qualche sana sghignazzata, ho deciso.
Scrittore o no, mi sarei cimentata nell’impresa di un blog ut-inutile, ovvero un posticino utile a chi piace il mio lavoro, inutile al resto del mondo(potete vederla anche alla latina se vi piace di più… eh!); insomma, un angolo tranquillo dove:
- fornire ai miei 4 o 5 lettori (forse proprio i soliti di manzoniana memoria sopravvissuti e ormai troppo vecchi per protestare) qualche aggiornamento sul mio lavoro;
- annunciare quello che bolle in pentola (quando lo saprò anch’io…);
- rivelare se e quando possono trovarmi da qualche parte a presentare un libro appena uscito(e tenersene lontani se vogliono lanciarmi pomodori perché ne lancerei anch’io);
- e per i più curiosi in tema di inutilità: per postare qualcuno dei miei scarabocchi che raffigurano un po’ dei miei personaggi e luoghi (già noti o no… poco importa);
- nonché per rispondere ai vostri commenti o alle vostre domande, sempre che ne abbiate.
Insomma, nulla di originale, nell’orizzonte autori-blog.
Bene!
Una volta decisa, tutto sembrava facile, 3 minuti et voilà direte voi. Lo dicevano anche le invitanti scritte bloggettare… ma proprio allora mi sono persa nelle oscure paludi dei weblog(o forse, trattandosi di web dovrei dire che sono rimasta invischiata nella ragnatela…). Insomma se ci avete provato ve ne sarete accorti. Questi web-aggeggi sono semplicissimi da mettere in piedi, ma sono anche lasciati totalmente all’inventiva del blogger… uhm… come organizzare le pagine senza renderle orribili o impossibili da leggere? E anche mantenendosi sul semplice (il che è sempre preferibile), con cosa iniziare…? Dopo qualche settimana di smarrimento alternato alla mia solita somma pigherritudine legata a internet infine mi sono decisa… mi sono seduta, ho preso un bel respiro e ho scritto un po’ di vaneggiamenti (questi… sì); poi ho premuto il famoso tasto pubblica! ed eccoci al punto.
Dopo tutto non è forse un blog ut-inutile? Non pretenderete certo che parli di cose interessanti! Ebbene, a chiunque voi siate, se siete giunti a leggere sin qui…
…benvenuti!
L’esperimento ha avuto inizio! Che sono logorroica l’avete appena scoperto. Che mi piace inventare le parole (e storpiare un po’ quelle esistenti) anche. Per il resto, come in tutte le cose, vedremo strada facendo.
*nota* A proposito di scrittori e di scrittorie virtù, trovate la da me consultata lista delle sette virtù fondamentali dello scrittore (o del Poeta, come dice il buon vecchio Ildefonso de’ Sventramitis) e simili divagazioni, nella mordace, surreale e divertentissima digressione zamonica redatta dal suddetto de’ Sventramitis in Ensel e Krete di W. Moers, edito in Italia da Salani. Sorriderete e sghignazzerete a volontà e poi, chi di voi voglia fare lo scrittore, si chiederà forse se possiede le sette virtù o, tra di esse, almeno Paura, Coraggio e Unza, che sono, lasciatevelo dire, proprio indispensabili! Come “cosa sarebbe l’Unza”?! Va bene, per chi non lo sapesse o non avesse mai visto nessuno ‘afflitto’ da unza, ecco qui un brevissimo stralcio del libro:
A ben considerare non è una vera virtù ma un fluido misterioso che avvolge ogni valido scrittore come un’aura. Nessuno la può vedere, però il poeta l’avverte. Unza è l’energia che consente di scrivere per tutta la notte come in preda ad una febbre o a una furia, di limare per giorni e giorni la stessa frase a caccia della suprema perfezione, di superare indenni il giudizio del consulente editoriale che si è dovuto leggere un polpettone di tremila pagine. Unza è la sintesi dei Demoni Invisibili che ballano attorno all’autore e lo inchiodano alla scrivania. Unza è Fuoco ed Ebbrezza. – W. Moers – Ensel e Krete.
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