Ed ecco (finalmente, direte voi) la conclusione della storia più terrificante che sia mai stata raccontata… ehm… naturalmente con l’ausilio di aspirapolveri, ingegneri, pareti di cartongesso e altri stupendi e tecnologicissimi effetti speciali…
[continua da qui]
La mostruosa creatura era a dir poco inferocita!
I due giovin studenti balzarono indietro con un grido e Violetta, rendendosi conto che aveva l’estintore vicino, l’afferrò, tolse la sicura e inondò il mostro d’anidride carbonica gelata. Con un sinistro scricchiolio la figura rallentò e s’arrestò ululando furiosa, ma ormai surgelata.
—Ma… ma chi è questo qui?— chiese allibito Pinuccio.
—Ma come? Non ne avevi mai sentito parlare? È il mostro leggendario della Facoltà. E io che non ci avevo mai creduto!— singhiozzò scacciando le lacrime Violetta.
—Cheeeeeeeee…?Vuoi dire… l’Ingegner Morte?
—Sì, lui.
—Per la miseria!
—Puoi dirlo forte. Voleva uccidermi e di me avresti ritrovato solo la pelle…— rabbrividì violentemente Violetta.
—Oh, cara…— disse allora Pinuccio.
—Oh, caro!
I due giovani s’abbracciarono e fecero per uscire dalla porta cigolante, ma d’un tratto Pinuccio si fermò.
—Aspetta!— disse. E con un certo britannico contegno si volse, tornò sui propri passi e dette una piccola spinta alla deforme statua ghiacciata, la quale cadde a terra, riducendosi in più di mille pezzi.
—Ora mi sento meglio— fece con un gran sorriso.
Violetta annuì. —Che ne diresti di un buon pranzo?— propose.
E questa fu la fine (poco dignitosa, invero) dell’Ingegner Morte.
O almeno… così si dice.
***
Con ciò, come anticipato, la storia finisce.
M’è d’uopo dirvi che non si sa se siano stati registrati altri casi di persone risucchiate dalle prese della corrente, da cui comunque è bene tenersi lontani, né si fa alcun cenno, nel vecchio racconto, a proposito di cosa mangiarono i due malcapitati perché, probabilmente, ciò avrebbe potuto far parte di un’altra storia del terrore… la quale ai tempi non fu, per vostra fortuna, scritta.
😀 😀 😀
Alla prossima!
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