Qui prosegue l’Orrida e Terrificante Historia dell’Ingegner Morte con la seconda horrida puntata. Chi si fosse perduto la prima parte può trovarla qui, sempre che non sia troppo debole di cuore per poter leggere oltre…
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[…] Quando Pinuccio Abetini entrò in laboratorio, quella mattina, cercò Violetta, che gli aveva detto sarebbe arrivata intorno a quell’ora con degli appunti di cui discutere, ma la fanciulla non c’era e le sue cose erano abbandonate (ohimé) su una sedia.
C’era altresì nell’aria uno strano rumore, come un grattare continuo ed inquietante. Il giovane vide l’estintore a terra e lo raccolse, perplesso.
Chiamò: —Violetta!
E proprio allora un gemito strozzato lo attirò fin dietro la scrivania. Per quanto sembrasse incredibile alla sua prismatica nonché limpida mente scientifica, la ragazza aveva le gambe incastrate nella presa della corrente e gli occhi sconvolti di lei lo fissarono per un istante senza riconoscerlo, mentre tentava disperatamente di liberarsi dal risucchio della fagocitante presa. Infine si riebbe e gridò:
—Presto! Aiutami! Tirami fuori di qui!
—Ma come diavolo hai fatto?— si mise a ridere lui, che era un giovanotto molto a modo ma non riusciva mai bene a comprendere quando fosse il momento di scherzare.
‘Disgraziato!’, pensò lei. Proprio allora il suono grattugiante aumentò d’intensità e prima che Pinuccio potesse fare qualcosa, qualsiasi cosa, Violetta era già sparita nella presa della corrente.
Floppp!
[continua…]
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